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Mavin Bike Travelling with Mary in New Zealand – Issue 001

Il viaggio, l’arrivo in Nuova Zelanda e i primi incontri

Giorni 1 e 2 

Le emozioni prima di partire sono molte, difficili da descrivere: l’ansia, l’eccitazione, i dubbi che ti assalgono fino ad un minuto prima di chiudere la valigia… Tutto questo non è niente in confronto a quello che ho passato già prima di prendere l’aereo. La scena è, ovviamente, comica (col senno di poi). Chiedo ad un parente di accompagnarmi in macchina fino all’aeroporto di Roma. Tutto va nel verso giusto, fino ad Anagni. Si buca una ruota della macchina e non c’è la ruota di scorta. Restiamo fermi sull’autostrada e vedo già il mio aereo volare via come i miei 1200€ di biglietto.

Fortunatamente riesco a convincere un amico del soccorso stradale che “gentilmente” mi guida fino all’aeroporto per la modica cifra di 100€. In realtà me ne aveva chiesti 150 ma sono riuscita a contrattare.

Arrivo in aeroporto giusto in tempo per il checkin e i primi controlli, il primo piccolo passo è stato fatto!

Il viaggio sarà lunghissimo, con due scali. Finalmente, però, riesco ad addormentarmi. La mia compagna di posto è una signora di mezza età  che legge e a stento mi guarda,  indossa una mascherina che le copre il naso e la bocca come se avesse tutte le malattie infettive di questo mondo. Almeno per ora non riesco a fare ciò che amo di più: socializzare con gli stranieri!

Atterro al primo aeroporto di interscambio: TAIWAN! L’aeroporto si rivela essere molto più bello di quanto credessi, un vero museo con quadri ovunque e riproduzioni di avvenimenti che hanno segnato la storia di Taiwan. In attesa del volo successivo, riesco così a far passare 7 ore.

Sul secondo volo, da Taiwan a Christchurch, in Nuova Zelanda, incontro un 27enne di Geraldine (Nuova Zelanda) con cui parlo per una buona oretta e mi riesce a dare perfino dei suggerimenti sull’itinerario da intraprendere. Probablilmente è o è stato un minatore visto che per tutto il tempo non fa altro che ravanarsi il naso in cerca di pepite di caccole. Nonostante ciò mi sembra un tipo alla mano (possibilmente senza il dito usato per le pratiche di cui sopra, BLEAH!).

Arrivata a Christchurch, prendo uno shuttle bus fino alla casa di Biffy, una donna conosciuta su WarmShowers e che mi ospiterà in questi primi giorni. Ha una casa a 14km dall’aeroporto, in una strada privata un po’ fuori dal centro, con casette basse stile nord-europeo. Biffy è una donna sulla 60ina, vedova e insegnante delle elementari con tanta esperienza di pedalate in giro per l’Europa. Mi racconta che tra un po’ andrà a Cuba da sola per 15 giorni. La cena che mi offre è gradevole, a base di insalata, pasta con la besciamella e frutti di bosco. Non ho tanta fame anche per colpa dell’emozione e al pensiero di stare da sola a più di 18mila km da casa (e, ovviamente, a testa in giù rispetto a voi). Le ho portato in dono un magnete di Napoli che ha apprezzato e attaccato subito al frigorifero. Abbiamo parlato tutta la sera del mio viaggio dispensandomi anche qualche consiglio, sempre ben graditi. Finalmente riesco a stendermi e mi addormento in una piacevole e calda stanzetta con un bagno privato.

Il primo giorno è andato, nonostante qualche imprevisto. In fondo, anche queste cose sono la bellezza di un viaggio!

Il giorno dopo mi alzo e Biffy mi offre una ricchissima colazione. Inizio a mettere a posto la bici e le borse ed accendo il cellulare. PANICO! Mi arrivano migliaia di messaggi da amici e parenti che mi fanno le domane più disparate del tipo: “che ore sono?”; “che giorno è da te?”; “mi fai un video dello scarico del water per vedere in che senso gira il vortice?” (maledetti amici Nerd!).

Esco per visitare la città e si rileva essere molto graziosa, di stampo British, non a caso è stata colonia britannica nel ‘800. La comunità si sta riprendendo da 2 terremoti: uno nel 2010 e uno nel 2011 che hanno distrutto il patrimonio architettonico. Vago per i parchi della città e non posso fare a meno di notare il rispetto che c’è per noi poveri ciclisti e la presenza di piste ciclabili come quelle che noi napoletani sogniamo ogni giorno. La difficoltà principale è stata capire da che lato della strada stare visto che qui hanno la guida a sinistra!

C’è parecchio vento e dovrò abituarmi perchè ne incontrerò parecchio durante tutto il viaggio. Un cartello con tutte le distanze dei posti più famosi al mondo mi ricorda che sono a 18mila km da casa e mi fa strano, oltre che emozionarmi.

Arrivo nel posto dove un secondo hoster WarmShowers mi ospiterà. In realtà sono una coppia con un figlio. Lei lavora come programmatore di computer mentre lui è, purtroppo, disoccupato. Si rilevano essere subito genitlissimi visto che vanno a prendere il mio scatolone della bici da Biffy tenendoselo per tutto il tempo del mio viaggio. La casa è disordinatissima come potete vedere dalla foto della loro cucina. Alison mi invita a fare una pedalata di Natale con le sue amiche e non posso fare altro che accettare all’istante. Facciamo una 30ina di km di asfalto lungo le colline attorno la città e andiamo poi a casa di una certa Maggie per l’aperitivo a base di birre, vino e una salsa al cumino orribile che ho assaggiato per educazione. Le ragazze prendono in giro il mio modo di stare in strada, ovvero a destra, mentre dovrei stare sulla sinistra. Spero di sopravvivere a tutto questo!

Ci siamo fatte tantissime foto assieme e dopo un po’ torno a casa per cenare e poi andare a dormire.

Anche questa giornata è finita, sono molto felice, in qualsiasi parte del mondo stia, mi sento a casa… I neozelandesi mi fanno capire che per loro è stupendo avere un’italiana qui con loro. Sono eventi più unici che rari…

Non vedo l’ora che arrivi domani per continuare a pedalare! (a testa in giù e possibilmente a sinistra)
A domani!

Mary

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