Dopo più di quaranta giorni dal lockdown nazionale, finalmente i numeri del contagio ci infondono un cauto ottimismo e da più fronti emerge l’esigenza di riaprire e rimettere in moto il Paese. Nonostante il recente annuncio del premier Conte, non è ancora chiarissimo come sarà possibile affrontare la Fase 2, l’unica certezza è che si tornerà lentamente al lavoro.
Ma come ci sposteremo?
Per capire quali saranno gli scenari futuri basterebbe osservare chi ha già affrontato il problema, ed è il caso della Cina. Andando ad analizzare i dati Ipsos della mobilità nella regione di Wuhan, prima e dopo il coronavirus, si evince che c’è stato un crollo dell’utilizzo del trasporto pubblico, per la paura dei luoghi affollati, ma anche per la necessità di contingentare l’accesso ai mezzi per garantire le dovute distanze di sicurezza. Uno scenario analogo, o anche peggiore, è quello che ci aspetta qui in Italia, il paese con il più alto tasso di motorizzazione d’Europa (750 auto ogni 1000 abitanti), dove il trasporto pubblico,in alcuni comuni, è già insufficiente a soddisfare la domanda in tempi di pace. Con questi presupposti possiamo facilmente immaginare il caos che ci sarà se non verranno adottate misure chiare e precise per la mobilità urbana.
Ed ecco che entra in gioco il nostro amato mezzo a due ruote: la bicicletta.
In attesa di capire, infatti, come saranno organizzati gli spostamenti sui mezzi pubblici, possiamo affermare, senza peccare di presunzione, che la bici è il mezzo più sicuro per gli spostamenti urbani ai tempi del coronavirus. In bici infatti possiamo facilmente rispettare le distanze di sicurezza ed è indubbiamente meglio di metro ed autobus.
Considerando che il 60% degli spostamenti giornalieri in Italia non supera i cinque chilometri, il 40% è persino inferiore ai due chilometri, la bici può essere sicuramente un mezzo di locomozione alternativo per decongestionare il trasporto pubblico, anche in quelle città collinari la cui conformazione orografica ha rallentato il diffondersi della bicicletta come mezzo di spostamento quotidiano.
Grazie alle moderne e-bike anche in città collinari come Napoli è possibile superare dislivelli di duecento metri senza alcuno sforzo e in piena comodità
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Anche i meno sportivi potranno ricredersi!
Il distanziamento sociale, però non è l’unico punto a favore della bici: sono innegabili, infatti, i benefici per la salute ed il sistema immunitario: “i polmoni di chi pedala sono più robusti, meglio ventilati e capaci di meglio sopportare anche un eventuale “stress” dalla malattia” commenta il CT della Nazionale di Ciclismo Davide Cassani.
Preferire l’utilizzo della bicicletta ad auto e scooter contribuisce anche alla riduzione delle emissioni inquinanti nell’aria, che, come confermano studi recenti, sono veicoli di diffusione del coronavirus. Il Professor De Gennaro dell’Università di Bari, infatti, invita alla prudenza: “occorre che si tenga conto nella cosiddetta Fase 2 della necessità di mantenere basse le emissioni di particolato per non rischiare di favorire la potenziale diffusione del virus”.
In Europa molti paesi stanno incentivando la mobilità sostenibile
Dalla Danimarca alla Svizzera è un susseguirsi di appelli per favorire l’incremento dell’utilizzo delle bici. In Italia non dobbiamo essere da meno. Questa epidemia ci offre, tragicamente, la grande opportunità di ripensare i nostri modelli produttivi e le nostre abitudini, dobbiamo tutti impegnarci affinché i sacrifici fatti finora non risultino vani.
Enrico Mango
Mavin Bike
Ecco le testimonianze di persone che hanno scelto la bici come mezzo per i loro spostamenti quotidiani (video registrato prima del Dpcm 8 marzo 2020)
Fonti: Sole24ore, Bikeitalia