Qualche mese fa ho deciso di partecipare a questa Marathon, evento simbolo della mtb campana.
Ovviamente optando per il percorso corto, conscio che non potrò allenarmi molto in bici. Ma quando ho deciso di parteciparvi mi sono ricordato di non averne una.
Vado di corsa sul B2B Haibike per scegliere il mio destriero, optando, dopo accurate analisi per una Greed Hardnine 9.0, con forcella Fox 32 e gruppo Sram GX Eagle 12 velocità.
Appena arriva, mi accorgo che mai scelta fu più azzeccata! Il telaio in carbonio mi da subito confidenza e il cambio ha sempre il rapporto più adatto (anche per un fermone come me). Su strada la bici scorre quasi come una bdc e in fuoristrada mi da l’idea di una bici da trail!
Tornando al tema principale, arrivo al giorno della gara!
Oltre a me, ci sono anche Mattia Strongone e Marcello Scardi sulle nostre Kona, anche loro tesi per “la salita della sposa” (il tratto più duro, con punte del 32% di pendenza) anche se non quanto me, insicuro persino di
chiuderla!
Arrivo alla “Valle dell’Orso” e subito sento l’atmosfera festosa dell’evento, organizzato alla perfezione da Gerardo Ciampa e tutto lo staff della ASD Vesuvio MTB, che mi mette subito a mio agio. Incontro tantissimi amici e ne conosco di nuovi.
Ritiro il pacco gara per ultimo, e con molto ritardo per la felicità dell’addetto alla consegna, per poi recarmi sulla griglia di partenza. La prima cosa che mi stupisce è il numero di atleti, ed il caloroso saluto di Salvatore Sgueglia, speaker ufficiale dell’evento.
Mi preparo alla partenza, collocandomi alla fine del gruppo dei partecipanti alla mediofondo, stando avanti solo al gruppo degli escursionisti, composti da una ventina di atleti.
Si parte e, nei primi chilometri di costante salita in asfalto, sento di poter superare tutti, ma per fortuna ricordo le parole degli amici di distribuire le energie per tutto il percorso. Inoltre, andando avanti, mi accorgo che la convinzione di poter fare tutto in sella, dettata dalla mia totale inesperienza nella disciplina, svanisce completamente, e mi vedo costretto a spingere in molti punti, un po’ a causa del sabbione, un po’ per le pendenze.
Poi, una volta arrivata la famigerata “salita della sposa”, barcollo solo alla sua vista: inizio temerariamente a pedalare per salire ma, dopo 5 metri, sono costretto a fermarmi e salire a piedi, come tutti gli altri.
Mi prova così tanto che, una volta superata, decido di smettere di inseguire un risultato fantomatico che non
potrebbe mai arrivare, e inizio a viverla meglio, quasi fosse un’escursione con gli amici: mi fermo ai ristori per rifocillarmi, converso dove possibile con gli altri atleti e, spesso, mi ritrovo ad aiutarli con guasti meccanici, da cambi smontati a catene spezzate.
“Ridendo e scherzando”, la gara volge al termine, ed inizio ad emozionarmi negli ultimi metri, nel centro cittadino, dove gli spettatori ci accolgono calorosamente, manco fosse il Giro D’Italia.
Ecco l’arrivo, CE L’HO FATTA! Ho chiuso la mia prima gara di mtb, con un po’ di sforzo, ma senza delusioni, conscio
del fatto che, col poco allenamento, non avrei potuto far meglio. Ho visto luoghi del Vesuvio che non conoscevo, stupendomi ancora una volta della sua straordinaria bellezza, anche dopo i devastanti incendi dell’estate scorsa.
Gli istanti dopo sono stati dettati da saluti di amici ed organizzatori, mentre tentavo di fuggire verso l’auto con l’unico obbiettivo di tornare a casa a riposarmi.
Ringrazio di cuore tutti gli amici che mi hanno consigliato come comportarmi durante il tragitto, e l’organizzazione, degna di un evento internazionale.
GRAZIE!